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esperienzia, sopportava male questa cosa e un giorno me ne parlava: “Costui, disse, ha fatto con noi come quel saltimbanco coi Bolognesi, il quale avea promesso che avrebbe volato.” Ed io lo pregai di raccontarmi la storia. “Poco tempo fa, egli disse, fuvvi a Bologna un saltimbanco, che con un pubblico avviso annunziò che avrebbe volato da una torre che è verso il Ponte di S. Raffaele a circa un miglio dalla città. Nel dì stabilito il popolo tutto si raccolse in quel luogo, e il saltimbanco si burlò di tutti lasciandoli al sole e alla fame fin quasi alla sera. Tutti eran sospesi e fissavan la torre, aspettando che l’uomo volasse. E quando egli si mostrava sulla torre ed agitava le ali come se stesse per volare, e pareva che volesse slanciarsi fuori, sorgeva un grande applauso nella folla che stava a bocca aperta a guardarlo. E il saltimbanco, dopo il tramonto del sole, tanto per far qualche cosa, voltò al popolo le spalle e gli mostrò il deretano. Così tutti quegli illusi, oppressi dalla fame e dalla noia, se ne tornarono di notte alla città; nello stesso modo, concluseFonte/commento: ed. 1884 il papa, dopo tante promesse, ci contenta ora mostrandoci le rotondità posteriori.”
L
Risposta di Ridolfo a Bernabò.
Si narra di una saggia risposta data da Ridolfo di Camerino. Era Bologna assediata da Bernabò della famiglia dei Visconti, signori di Milano; e Ridolfo, che era uomo di senno nelle cose di guerra e in quelle della pace, era stato chiamato dal papa a custodia della città, e si teneva egli dentro le mura a difenderla. Un giorno, in una piccola zuffa che in una scorreria impegnarono alcuni, al di fuori, e nella quale non era Ridolfo, fu un cavaliere de’ Bolognesi fatto prigione, e condotto al campo di Bernabò; e questi, tra le altre cose di cui lo