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braccio), e questo mio marito che è un uomo non ne ha la metà.” Credeva l’ingenua fanciulla che gli uomini ne dovessero aver di più delle bestie.


XLIII

Di un predicatore che preferiva dieci vergini

a una donna maritata.


Al popolo di Tivoli predicava un frate assai poco circospetto, e con molte parole si scagliava contro l’adulterio, e questo abbominava, e disse, fra le altre cose, che era peccato talmente grave, che egli avrebbe preferito d’aver piuttosto dieci vergini di quello che una sola donna maritata. Molti che erano presenti erano dello stesso avviso.


XLIV

Di Paolo che mosse la voglia di alcuni ignoranti.


Un altro predicatore che aveva nome Paolo e che io ho conosciuto, mentre faceva a Secia, città della Campania, un discorso contro la lussuria, disse che alcuni erano tanto lascivi e scostumati, che per aver maggiore il piacere nel coito mettevano un cuscino sotto alla moglie. Alcuni che ignoravano la cosa se ne invaghirono, e a casa ne fecero tosto l’esperimento.


XLV

Di un confessore.


Una giovane, che poi mi raccontò questa storia, andò una volta a confessare i suoi peccati, come si usa in quaresima. E fra le altre cose disse che non serbava fedeltà al marito. Allora il confessore, che era un frate acceso di desiderio, levò dalla tonaca un superbo cordone, eretto, e lo diede in mano alla giovane, suppli-