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non mi stringon da veruna parte.” Nella stessa guisa affermava Antonio che le sue lettere sarebbero dopo il vino piaciute. —


XVIII

Lamenti che furon fatti a Facino Cane

per causa di un furto.


Un tale andò a lamentarsi da Facino Cane, che fu un uomo crudele ed uno de’ migliori capitani del nostro tempo, perchè uno de’ suoi soldati gli aveva per via rubato il mantello. E avendo visto Facino che egli era vestito di un bellissimo corpetto, gli chiese se questo egli avesse avuto il giorno in cui fu derubato. E l’altro rispose affermando. “Vattene adunque, disse Facino, che colui che ti ha spogliato non può essere uno de’ miei soldati; perchè nessuno de’ miei ti avrebbe lasciato codesto corpetto.”


XIX

Esortazione di un cardinale a’ soldati del Papa.


Durante la guerra che il Cardinale Spagnuolo sostenne contro i nemici del Pontefice, quando un giorno i due eserciti si trovaron di fronte nell’Agro Piceno, e che dovevasi dar battaglia decisiva, il cardinale eccitava con molte preghiere i soldati al combattimento e affermava che coloro che vi fossero morti avrebbero pranzato con Dio e cogli angioli; e perchè di miglior grado si facessero ammazzare, prometteva loro remissione di tutti i peccati. Poi fatta questa esortazione si ritirò lontano dalla pugna; e allora uno dei soldati: “Perchè dunque, gli chiese, non venite con noi a questo pranzo?” Ed egli: “Io non son solito di pranzare a quest’ora, non ho ancora appetito.”