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sciuto. E raccontò loro, che già da due anni dopo la malattia non aveva nè mangiato nè bevuto, per quanto avesse provato spesso. È un uomo magrissimo, ed è prete; ha la mente perfettamente sana, dice l’ufficio, ed io ne ho udita la messa. Molti teologi e fisici hanno lungamente parlato con lui, e dicono che è cosa contro natura, ma talmente stabilita che sarebbe ostinazione non crederla. Ogni giorno vengono moltissimi a vederlo e ad interrogarlo; e si hanno su di ciò diverse opinioni. Alcuni credono che il suo corpo sia abitato del demonio; ma egli non ne dà alcun segno, e pare uomo prudente, probo e religioso, e anche ora lavora al suo mestiere di copista. Altri affermano che il suo umore malinconico gli sia di nutrimento. Io stesso ho molte volte parlato seco, ed egli crede false queste opinioni; e confessa che ne è più meravigliato degli altri. Ma non venne a questa consuetudine tutt’in una volta, ma a poco a poco. Io mi meraviglierei di più di questo prodigio, se sfogliando certi annali che copiai in Francia, non avessi letto che similmente ciò avvenne al tempo di Lotario imperatore e di papa Pasquale, nell’anno 822. Una fanciulla di dodici anni a Commercy, nel territorio di Toul, dopo avere avuta la comunione pasquale, si astenne dal mangiar pane per dieci mesi prima, poi per tre anni da qualunque cibo e bevanda; poi tornò alla consuetudine di prima; ed egli spera di far lo stesso.


CCXLIX

Detto grazioso di un tale che aveva promesso

di educare un asino.


Un signorotto, allo scopo di rapire i beni di un vassallo, che si vantava di saper fare molte cose, gli comandò sotto grave pena di insegnar a leggere a un asino. E quello rispose che ciò era impossibile, se non gli avesse