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marito di essere padrino del primo figlio che gli sarebbe nato; e il frate, che osservava di continuo la giovine, s’accorse ch’ella era gravida, e alla presenza del marito, come se fosse un indovino, disse e che essa era gravida e che partorendo avrebbe avuto grande mestizia. E la donna, credendo che egli parlasse di una femmina che doveva nascere: “Anche se fosse una femmina, disse, io l’avrei graditissima.” Ma il frate disse che era cosa più grave, tutto afflitto nel viso, e fece nascere nella donna il desiderio di sapere che cosa fosse; ma quanto maggiore insistenza poneva ella a chiedergli ciò che sarebbe avvenuto, altrettanta ostinazione egli metteva a non dirlo. Finalmente, desiderosa di sapere qual male le sovrastasse, la donna, di nascosto dal marito, chiamò il frate e con molte preghiere lo scongiurò a dirle che mostro avrebbe ella dato alla luce; ed egli, sempre dicendo che su questo conveniva mantenere il silenzio, finalmente le confessò che avrebbe partorito un maschio, ma senza naso, cosa che è la più deforme nella faccia di un uomo. Spaventata la giovine e richiestolo di un rimedio, annuì il frate, ma le disse che era d’uopo stabilire un giorno nel quale egli, per supplire alla mancanza del marito, avrebbe aggiunto il naso al bambino. E per quanto questa paresse dura cosa alla moglie, tuttavia, perchè il figlio non nascesse imperfetto, si diè al frate; ed egli, dicendo che il naso non era ancora ben formato, fu spesso con la donna, e le ingiungeva di muoversi perchè coll’attrito meglio si attaccasse. Finalmente nacque un maschio e per caso aveva un naso voluminoso; e alla donna, che se ne meravigliava, il frate disse che per far quel membro aveva lavorato troppo; e questo narrò al marito, dicendogli che aveva stimata oscena cosa se il fanciullo fosse nato senza naso, e il marito la lodò e non disprezzò l’opera del compare.