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CLXXXII

Di molte persone che avevano diversi desiderii.


Un giorno, a Firenze, erano in molti che parlando fra di loro mostravano di avere diversi desiderii, come avviene. Uno diceva di voler esser Papa, un altro Re, un altro non so che cosa; allora un fanciullo un po’ loquace che era presente: “Ed io, disse, vorrei esser popone.” E chiestagli di ciò la ragione: “Perchè, rispose, tutti mi fiuterebbero di dietro.” Perchè è costume di fiutare in quel luogo i poponi quando si comprano.


CLXXXIII

Di un mercante che per far l’elogio della sua donna

diceva che non aveva mai fatto rumori per di dietro.


Un mercante faceva una volta, dinanzi al padrone dal quale dipendeva, l’elogio di sua moglie, e fra le altre cose diceva che non l’aveva mai udita mandar fuori rumori disaggradevoli di ventre. Il padrone se ne meravigliò, e negando che ciò potesse essere, scommise una cena che, prima che fossero passati tre mesi, la moglie avrebbe lasciato andare qualcuno di que’ rumori; e il dì dopo mandò a chiedere in prestito al mercante cinquecento ducati, dicendo che li avrebbe restituiti fra otto giorni; eragli piuttosto grave di dare così grande somma in prestito; tuttavia consentì, per quanto di malavoglia, e mandò il denaro. E atteso con impazienza il giorno convenuto, andò al padrone e lo richiese della somma; e questi, come se fosse oppresso da più grave cura, pregò il mercante che per essa gli prestasse altri cinquecento ducati, che dentro il mese prometteva di restituirli. Il buon uomo negoFonte/commento: ed. 1884 e 1885 lungamente, per causa della sua povertà, ma infine, per non perdere gli altri cinquecento, con molti sospiri li portò. Tornato