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e per tutti gli Dei giurasse che quel che diceva era vero: “Fai bene, l’altro diceva, e secondo il consiglio che ti diedi.” E siccome l’altro ripeteva il giuramento: “Io ti dissi prima che tu dovevi parlare in questa guisa; ed io ti diedi buon consiglio.” Finalmente il pover’uomo se ne andò deluso.


CXLVIII

Detto di Facino Cane.


Facino Cane, capitano de’ Ghibellini, entrò in Pavia e, come era convenuto, saccheggiò soltanto i beni dei Guelfi. Quando questi furono finiti, cominciò le sue scorrerie anche nelle case dei Ghibellini. Andarono questi a lagnarsi di essere stati spogliati essendo della stessa fazione: “Voi dite la verità, disse Facino, o figli miei, voi siete tutti Ghibellini, ma i beni sono Guelfi.” In questo modo, senza far differenza tra le fazioni, tutti i beni furono tolti.


CXLIX

Di un giovane inesperto che non si servì
della moglie la prima notte.


Un giovane bolognese, senza ingegno e sciocco, prese per moglie una giovinetta bellissima. E la prima notte, ignaro della cosa, poichè non aveva mai avuto alcuna donna, non seppe consumare il matrimonio. Alla mattina dopo, interrogato da un amico del come le cose della notte fossero andate: “Male, rispose, perchè, dopo aver lungamente cercato di far la cosa con mia moglie, holla io trovata senza il taglio che le donne, dicono, hanno comunemente.” E allora l’amico, conosciuta l’imbecillità dell’altro: “Taci, gli disse; ti scongiuro di non farne parola, perchè è cosa di grande pudore e di grave