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CXXVIII
Racconto grazioso d’un medico.
Il cardinale di Bordeaux mi narrò una volta che un certo suo concittadino, una sera, quando tornò a casa, prese a gemere lamentevolmente per un forte dolore ad una gamba. La moglie gli unse ripetute volte la gamba, vi pose sopra lana e stoppa e tutta la recinse con una fascia di tela. Ma l’uomo continuò a lamentarsi del dolore e chiese gemendo il medico; e questi venne, e a poco a poco, dolcemente, per causa del gran dolore che gli faceva, sfasciò la gamba, e la palpò; e nulla avendo trovato di male: “È adunque a questa, disse l’uomo (e gli porse l’altra gamba), che io sento dolore?” Bellissima schiocchezza questa d’un uomo che voleva sapere dal medico dove sentisse il male.
CXXIX
Di un uomo che trovava l’oro dormendo.
Una volta in compagnia un amico nostro narrò che in sogno aveva trovato dell’oro. E allora uno disse: — Guarda che non ti accada come al mio vicino, cui l’oro si cambiò in lordura. — E perchè noi gli chiedemmo di narrare il sogno: — Un mio vicino, disse, sognò di essere condotto dal demonio in un campo a diseppellire dell’oro, e ne trovò molto; e il demonio allora gli disse: “Tu non puoi ora portarlo teco, ma fa’ un segno sul luogo, perchè tu solo possa conoscerlo.” E avendo l’altro chiesto di che segno doveva servirsi: “Falla qui, disse il diavolo, che appunto in questo modo nessuno crederà chè qui sia l’oro e tu solo conosci la cosa.” L’uomo acconsentì e svegliatosi incontanente sentì d’aver sgombrato il ventre nel letto; sorse fra il puzzo e la poltiglia, e per uscir di casa mise in testa un cappuccio, entro