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25Qui Morte io chiamo; ascoltami
pietosa indarno, e muove.
Tu regni, e me tua vittima
guardi: ella fugge altrove.
Segui: cosi nel Tartaro
30l’infame augel si pasce,
e sotto al rostro indomito
l’eterno cor rinasce.
Ecco sdegnoso Borea
dall’antro eolio scoppia,
35. e a questi luoghi inospiti
terror mugghiando addoppia.
Forse i miei guai risvegliano
nella fredd’alma orrore:
egli ne freme: incognito
40non gli è che possa Amore.
Ghiaccio ostinato armavagli
le rigid’aH e il volto;
vana difesa! Orizia
apparve, e fu disciolto.
45Felice iddio ! tu, immemore
della tua pena antica,
godi gli odrisii talami
colla rapita amica:
io qui languisco. Oh ferrea
50speme, che indarno invoco!
Ahi! te non soH escludono
i regni atri del foco.
Ma giá dal cupo Oceano
l’Alba i destrier conduce,
55ed importuna accelera
sui mali miei la luce.