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XXIII
ALL’AMICA INFEDELE.

Grazie agli dii! mostrarono
palese i tempi il vero,
per loro ebbe giudizio
la nostra lite intero.

5Io, per tuo detto, instabile

chiudeva alma numida,
piú mobile di Zefiro,
piú d’Oceano infida.

Pur Tamator d’Orizia
10cede sei volte a Fiora:

mancò sei volte agli árbori
la chioma, e t’amo ancora.

Di lungo amor doveasi
frutto aspettar si amaro?
15Dillo: il rossor tu supera,

se il tuo delitto hai caro.

Non aspettar ch’io debole
la rotta fé ricordi;
non che la terra e l’aria
20de’ miei lamenti assordi.

Di quel che i fati diedero
abbia il tuo orgoglio assai;
ma non almeno ignobile
di me trionfo avrai.