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Giove, se a questa il fulmine
vendicator perdona,
chi ferirá? Risvegliati
60dall’ozio ingrato, e tuona.

Ahi, teco nulla ottengono
le mie perdute brame!
E lo riserba a Sèmele
una promessa infame.

65Orsa, che in ciel piú pallida

col tuo Boote splendi,
tu mie speranze inutili
involi, e al mar discendi.

Oimè! le forze scemano
70al travagliato fianco,

rabbia mortai le tenebre
m’addoppia agli occhi, e manco.

O dalle nostre lagrime
bagnata infausta soglia,
75sostien qui peso indebito

la moribonda spoglia.

Ah no! fuggiam. Ti perdano
gli dii, fatai soggiorno.
Per sempre addio. S’involino
80i nostri torti al giorno.