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25Numi, al desio che m’agita

soverchio indugio è morte.
Deh! per pietá schiudetevi,
invidiose porte.

Io non m’affaccio incognito:
30spesso i miei voti udiste,

e sui commossi cardini
al pianto mio v’apriste.

S’ell’arde al nostro incendio,
se quel che volle or vuole,
35quai cure omai l’arrestano?

che tarda? aspetta il sole?

Forse a’ begli occhi insidia
tese un sopor fallace,
e sulle piume immemore
40a suo dispetto or giace.

Per Pasitea, soccorrimi,
dator de’ sogni infesti;
scegli il piú orrendo: ei gelido
le piombi al cor, la desti.

45Lasso! un crudel silenzio

me nel mio duol dispera:
ei lá per entro indomito,
qual per sepolcri, impera.

Ch’io sia schernito, e gli aditi
50un tradimento chiuda?

ch’io il sia? che me la perfida
per novo amante escluda?

Ah! mille faci splendano
nel violato loco:
55entri vergogna, e seguano

i lacci, il ferro, il foco.