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XV

LA NOTTE.

Ecco la meta; apparvero
le desiate mura.
Grazie, pietosa Venere,
a tua propizia cura.

5II tuo favor guidavami

per l’aria incerta e bruna;
segui l’impresa, affidami,
compi la mia fortuna.

Dea, che d’un velo argenteo
10copri le forme sante,

esci. Le gioie appressano
del piú beato amante.

Sii casta il di; fra vergini
dividi i freddi baci:
15ama la notte, e illumina

gli altrui contenti, e taci.

Regna, o Morfeo, sacrifichi
la terra all’ali tue:
dorman le fere e gli uomini:
20basta che veglin due.

Deh, come pigre avanzano
per mio supplizio l’ore!
Ah! scorrerian piú rapide,
se le pungesse Amore.