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V

VARI

Pellegrino Salandri

Chi sei? — Caia son io — Vieni, e seguace pag. 318

Cinge il ceruleo manto, il capo infiora,» 316

Esce dal tempio tra ridente e mesta»3i7

Il Mincio idalii fior coglie dal lido» 315

Il ministro all’aitar non doma ancora» 317

Non piú dimore: alla famiglia antica» 318

Quando a Teti la man porse Peleo» 319

Questo bosco e quest’ara a te consacro» 316

Lorenzo Fusconi

Giunta del Precursor l’alma severa pag. 321

Venne, girò tre volte orrido il guardo» 322

Onofrio Minzoni

Caròn, che dalla barca ferrugigna pag. 328

Dalle gelate formidabil Orse» 325

Ercole, ov’è quel tuo superbo vanto» 329

Giú per le vie del tuono e del baleno» 324

Il mio padre dov’è? Qui pur solea» 326

In cielo corse, e giá beato adora» 327

Io veggio il siciliano antro vetusto» 325

Morto foss’io, ma placido, siccome» 327

Piú non vedrò mio padre? Oh! visto almeno» 326

Quando Gesú con l’ultimo lamento» 323

Stavasi colle man sotto le ascelle» 328

— Vieni — diceva il del — vieni, grand’alma» 324