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Lodi singolari, che possono oggi far sorridere; ma rammirazione a quelle canzoni, accusate solo «d’aver seguilo i greci troppo da vicino», fu larghissima, e durò a lungo: le ristampe furono molte e fin nella Raccolta di poesie liriche scritte nel sec. -YK/// (Milano, Classici, MDCCCxxxii) furono riprodotte per intero.

Piú tardi il P. ne compose altre dodici, che — dice sempre il Pindemonte — «per questo son delle prime men belle, che vollero esser piú...: non ispirano tutta quell’aria d’ingenuitá e d’innocenza; piú vivacitá spiegano e piú artifizio».

Scrisse anche tragedie, V Ipermestra, la Calliroe, la Tamira^ ma nello stesso Elogio il Pindemonte fa dire al Pompei medesimo: «Io avviso restar men dietro col flauto mio da Teocrito che non col mio coturno da Sofocle».

Il testo delle Canzoni rimase immutato nelle molte ristampe. Si veda Opere di G. P., Verona, presso Marco Moroni, 1790, e Canz. post, di G. /*., Milano, Silvestri, 1820.

Molto tradusse da Teocrito, Mosco, da Callimaco, dall’Antologia. Notissima è la traduzione di Plutarco, anche questa ristampata moltissime volte: Verona, Moroni, 1772, 5 voli, in 40; Bassano, 1783; Torino, Pomba, 1828-30; Firenze, Le Mounier, 1858.

Sul Pompei: Francesco Fontana, De vita et scriptis Hier. Pompei in fronte al i voi. delle Opere, oltre V Elogio del Pindemonte citato.

Ili

AGOSTINO PARADISI

(Vignola nel Modenese, 1736-83).

Versi sciolti del signor A. P., Bologna, 1762. Son quasi tutte epistole tra sermoneggianti e didascaliche: se ne riferiscon le due al canonico Ritorni e all’Algarotti. Per la prima è da ricordare la nota di Luigi Cagnoli alla ediz. Reggio, Fiaccadori, 1827: «Appena fu noto l’autore delle Lettere virgiliane ^ il conte Paradisi levò dall’epistola alquanti versi che non si leggono nelle edizz. degli sciolti fatte in Bologna ed in Genova (Antonio Frugoni, 1795): p. es., dopo il verso:

Désti il mal provocato iniquo riso.

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