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VI
PER LA MORTE DEL PADRE DELL’AUTORE.
Il mio padre dov’è? Qui pur solea
stare il buon vecchio ad ascoltarmi intento;
ed io brillar cogli occhi or lo vedea,
or con la mano sostenere il mento.
Talvolta al mio pindarico ardimento
qualche spirto gentil plauso faceva;
ed allor con modesto portamento
il caro genitor forse ridea.
Ora in qual erma parte egli si asconde,
che noi miro piú qui, come il mirai?
— Ditelo, o rupi, o selve, o valli, o sponde!
Lasso! ognun tace: ma ben sento i lai
dell’agitato cor, che mi risponde:
— No, figlio, il padre tuo piú non vedrai.
Piú non vedrò mio padre? Oh! visto almeno
l’avessi allora ch’ei giacca sul letto,
e fatto intorno a sé l’aer sereno,
gli stava per uscir l’alma dal petto.
Io baciato l’avrei, tutto ripieno
di cordoglio, d’amore, di rispetto;
e, lacrime versandogli nel seno,
detto gli avrei... Ma che gli avrei mai detto?
Egli, giunto il suo volto al volto mio,
con uno sguardo dolcemente stanco
dato mi avrebbe, il so, l’ultimo addio.
Ma, se fosse potuto venir manco
egli solo, noi so; che forse anch’io,
morendo lui, gli sarei morto al fianco.