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25A vita di adultèri e di rapine,

stanca talor, sazia però non mai,
qui le scene infamar piú d’una Frine
(che rimembranze pel mio cor!) vedrai:

lá il molle cortigian mentir se stesso
30al favorito mentitor d’avante,

e, da la noia e da l’invidia oppresso,
perdere i lustri, onde afferrar l’istante.

Stuol di drudi fra tanto affretta il piede
dietro un idol che ’1 rende or mesto or lieto,
35tal che risorta in sul Panar si vede

l’effeminata Sibari e Mileto.

Tal non era giá un di, quando di Bruto
l’alma feroce in lei fídossi e stette,
e al truce Antonio col valor temuto
40il corso infranse de le gran vendette.

Altri studi, altre cure, altro diletto
grave filosofía qui al core infonde;
non quella che, sprezzando umano affetto,
superba il capo oltre le nubi asconde.

45Spazi ella pur sul ciel, scorga i portenti

noti d’Etruria e d’Albione al saggio,
e il corso agli astri e a le comete ardenti
prescriva i modi del fatai viaggio.

Emulo degli dèi l’arduo intelletto
50contempli pur dietro i suoi voli ardito

a l’infallibil calcolo soggetto
l’ampio giro de’ mondi e l’infinito.

Ma poi che prò? Squarci il suo vel natura,
vincasi del destin l’ordine immoto;
55ricco d’inutil lume, in nebbia oscura

sarò poi sempre a me medesmo ignoto.