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XIII

TALIA
A NOZZE LUCCHESI.

Dolce è la voce tua; né tanto è grata
su l’estivo meriggio al debil fianco
del cacciator giá stanco
di vento Occidental l’aura invocata,
5come soave ella nel cor mi suona,

vera prole di Giove e di Latona.

Sai che, lá dove libertade impera,
libero esulta di mia tibia il suono:
invano intorno al trono
10l’ignuda veritá scorger si spera:

il cuor de’ grandi al suon del ver si sdegfna;
ed io non son lá dove il ver non regna.

Al riso e ai plausi d’ incomposta plebe
nascente ancora m’educò Megara:
15Grecia lodommi a gara,

né mi sdegnar Sparta severa o Tebe;
e a miglior culto ne le patrie scene
adulta mi nutrirò Argo ed Atene.