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da l’usato riposo
90sorgi, e a le torri tue gira lo sguardo:

vien da l’ Idalio ombroso

Imeneo con la face e Amor col dardo.

Di cento eroi propago,

Montecatin sospira:
95de l’avvenir presago,

tu l’alto evento ammira.

Arde il garzon; benigna
sorride a lui chi co* begli occhi il vinse,
colei cui die’ Ciprigna
100la sua beltade e il divo cinto avvinse,

cui die* Giuno il decoro,
Pallade il senno e l’arti,
le Grazie i vezzi loro
per tante belle sparti.

105I secoli futuri

indarno vela avara notte ombrosa;

vincon splendidi augúri

la nube del destino ardua gelosa.

D’Italia i voti adempio
no io, che la nube ho aperta:

schiudi. Gloria, il tuo tempio;

la nobil prole è certa.

Dite, alme suore, dite

i tardi eventi de’ piú tardi lustri,
115voi, che Elicona aprite

ai magnanimi fatti e ai nomi illustri.

Io taccio, che giá splende,

degli astri messaggiera,

la stella che s’accende
120in su la crocea sera.