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25Ruotino gli astri, il sole

dispensi il giorno da l’eterna sfera;
rinovelli sua prole,
ogni germe di fiori, primavera;
rompa fulmineo telo

30il del di nubi carco,

sul tranquillato cielo
Iri dipinga l’arco:

l’uomo ognor di natura

fia la maggior, la piú ammirabii opra;
35l’uom fia la miglior cura

del mio pensier che in meditar s’adopra;

l’uom, che ne’ sensi frali

simile ai bruti ha vita;

l’uom, che i numi immortali
40per la ragione imita.

Io lui nel mondo antico
(memoria orrenda!) giá selvaggio vidi,
ora il deserto aprico,
or le selve assordar d’incolti gridi,
45ora i destrieri al corso

vincer coi pie non pigri,
or con l’ugne e col morso
sfidar lioni e tigri.

Ai natii boschi tolto,
50necessitate entro i tuguri il chiuse;

poi crebbe in popol folto,

e bisogni e voleri insiem confuse.

Allor le ghiande e l’erbe

fúr mensa de le fere:
55allor cittá superbe

erser le torri altere.