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E, quando alfin l’altera
90itala donna augusta

dovea tornar qual era,
de l’onor prisco onusta,
e ne’ fati fu pieno
l’ordin di magne imprese,
95strinse l’avito freno

Francesco, e il trono ascese.

Marte intuonò da l’alto
di guerra orribil carme,
e al ruinoso assalto
100pronte ebb’ei l’ire e l’arme:

scosse Onor la grand’alma.
Gloria per via lo scòrse,
Valor gli die’ la palma,
Vittoria lo precorse.

105E, quando la pugnace

asta posò sicuro,
gli ozi di lenta pace
ozi al gran cor non furo.
Se nome a lui di prode

no diéro le vinte squadre,

pace per miglior lode
nome gli die’ di padre. —

Padre; se turpe e ignuda
povertá pasce e copre,

115povertá che poi suda

lieta ne l’util opre;
se per lui, di novelle
leggi al non dubbio raggio,
non teme il dritto imbelle

120d’ invida fraude oltraggio.