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Deh! tu, Ritorni mio, cui larga diéro
di satirico sai copia le muse,
deh! non lasciar che l’ardimento insano
impune vada, e per l’incaute bocche
desti il mal provocato iniquo riso.
Né temer dèi che il buon cantor di Manto
dal fresco ed odorifero laureto
voglia de’ nostri carmi al pio soggetto
stringere il grave archilocheo flagello.
Altra certo non move, altra il tranquillo
seno cura non turba a lui, che il volo
spiega sublime e pel sereno Olimpo
va vincitor co’ sommi dèi confuso:
mentre sfavilla per le bolge cupe
il dotto stil che richiamò sull’Arno
nell’aringo d’onor l’esuli muse.