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che tu sei qui d’attorno, e non m’inganno;
30ch’ove tu il piede arresti,
piú bei quivi da presso
i fiori e l’erbe e gli alberi si fanno.
O del mio lungo affanno
sola cagion, deh! almeno
35ascolta i miei lamenti,
crudel, se non consenti
ch’io vagheggi il tuo bel viso sereno.
Oh, si farli io potessi
che tu pietá n’avessi !
40Da quel primiero istante
che amor di te m’accese,
restò mia vita di conforto priva.
Quanti sospiri e quante
lagrime indarno ho spese !
45È meraviglia che pur anche io viva.
Io vo di riva in riva
per le nostre contrade,
con voci dal duol tronche,
ai sassi e alle spelonche
50palesando il mio male; e n’han pietade.
Ma di questo mio male
a te punto non cale.
Ben vissi etá felice
allorch’io non avea
55peranche appreso a sospirar d’amore:
il sa questa pendice,
che forse non vedea
di me piú lieto mai nessun pastore.
Meco allor tutte l’ore
60stava l’amabil riso,
ch’or mi sta lungi sempre:
allor con dolci tempre