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di Sparsi anelli in fra ’1 silenzio e il vuoto
investigar de la catena il tutto:
te, gli opposti frenando
voli d’ingegno ardente,
35disciórre e misurar l’idee composte,
rapide figlie d’agitata mente,
ammirò taciturno
lo stuol de’ saggi, indi battea le palme
entro al liceo notturno.
40Lascia che a dietro giaccia
chi i primi onor concessi al sangue e ai tempi
ambisce e, di lor pago, altro non cura.
L’etá compiangi e seguitar ti piaccia
quelli che, a fama sacri, offre il piú colto
45e piú superbo impero antichi esempi.
Ben che a spogliar col ferro
del diadema i regi,
non che intatte a serbar le patrie leggi,
Roma eccitasse i cittadini egregi,
50da l’Armeno domato
si rese agli orti e disputò Lucullo
in mezzo a Tullio e Cato.
E del primo romano
l’ultimo imitator, Bruto, talora
55sui vari arcani di Sofia contese:
feroce eroe, tirannicida invano,
che un genio, entro a fallaci ombre sognato,
presso a Filippi il di prescritto attese.
Perché, strappando i lauri
60da la vittrice chioma,
troppo funesto error condusse il braccio
libero i fati ad affrettar di Roma?
Perché fra l’ombre ignude,
non piú Bruto, scendeva, e un vuoto nome
65osò chiamar virtude?