e, mentre l’una scorrono
e l’altra amata sponda,
le piume a lor di nettare
60tinga la dea feconda.
Il biondo dio tedifero
novo vigor t’inspiri;
al lume suo rinascano
i giovani desiri;
65quei cui ragion pur modera,
e al maritale affetto
sin dal dover che sazia
fan sorgere il diletto.
Ma in te disperi indebita
70fiamma usurpar mercede,
che il bianco vel contamina
a la giurata fede;
né mai ti gravi, immemore
del genial costume,
75amore, usato a pascere
su le straniere piume.
Rinverda ognor piú vivida,
che pace tal la serba,
d’amor la rosa, a cogliere
80soavemente acerba.
Sol tolga il ciel che nebbia
di gelosia la tocchi,
che i torti ognor multiplica,
affascinando gli occhi.
85Per sempre a te la candida
pace darebbe il tergo;
saresti, o sacro talamo,
di nere cure albergo.