a suo poter conturba e ricompone
i domevoli affetti.
D’affanno atre tempeste 130essa tranquilla, e molce
l’ire del fato infeste.
Gioie novelle spuntano
ov’ella canti o suoni:
felicitá coronasi 135de’ suoi celesti doni.
Questa ben l’alma vergine,
ch’oggi va lieta di votivo onore,
arte divina intese,
e tutta consacrolla al suo Fattore. 140Ella da canne argentee
sacri modi traea;
e il pien concento armonico,
calda d’Iddio, reggea.
L’essenze focosissime immortali 145da le stellanti porte s’affacciâro,
e, librate su l’ali,
la melodia dolcissima ascoltâro:
e umane alme, rapite
da le possenti note, 150s’alzar lievi e spedite
a le celesti rote;
e quivi il ver cercarono
a niun altro secondo,
cupide, e in sen volarono 155del correttor del mondo.
Dunque d’Orfeo sia muto
chi sciorrá in avvenire ascrea favella.
A Cecilia è tributo
quel che «tesoro d’armonia» s’appella. 160Al suono grazioso
quei trasse un’ombra dal mentito eliso,
questa l’anime innalza al paradiso.