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ii - inni e odi 63

a suo poter conturba e ricompone
i domevoli affetti.
D’affanno atre tempeste
130essa tranquilla, e molce
l’ire del fato infeste.
Gioie novelle spuntano
ov’ella canti o suoni:
felicitá coronasi
135de’ suoi celesti doni.
     Questa ben l’alma vergine,
ch’oggi va lieta di votivo onore,
arte divina intese,
e tutta consacrolla al suo Fattore.
140Ella da canne argentee
sacri modi traea;
e il pien concento armonico,
calda d’Iddio, reggea.
     L’essenze focosissime immortali
145da le stellanti porte s’affacciâro,
e, librate su l’ali,
la melodia dolcissima ascoltâro:
e umane alme, rapite
da le possenti note,
150s’alzar lievi e spedite
a le celesti rote;
e quivi il ver cercarono
a niun altro secondo,
cupide, e in sen volarono
155del correttor del mondo.
     Dunque d’Orfeo sia muto
chi sciorrá in avvenire ascrea favella.
A Cecilia è tributo
quel che «tesoro d’armonia» s’appella.
160Al suono grazioso
quei trasse un’ombra dal mentito eliso,
questa l’anime innalza al paradiso.