Quelle, i raggi cambiando, in un cospirano
de’ numi ostili a incenerire il tempio!
Rompi gl’indugi, va dove t’additano 200l’ombre de’ tuoi, che a trionfar t’invitano! —
Come da morte o da sonno profondo,
che de la morte è imagin viva e vera,
scosso, raccoglie il domator del mondo
la feroce de l’alma indol primiera; 205e, la spada e l’usbergo ed il ritondo
scudo obliando, impugna atra lumiera;
e dietro a Taide, che grida vendetta,
a Persepoli il fato ultimo affretta.
Cosí, quand’era ancor l’organo muto, 210a risvegliare amor, ira e pietate
sul vocal plettro arguto
Timoteo i dotti numeri fingea;
e giá in suo cor credea
passar solingo a la piú tarda etate 215sopra quanti mai fama ebber da l’arte.
Ma poi te vide il giorno
spirar, vergine santa, aura di vita,
te di bei modi alma inventrice, e diva,
e far invidia e scorno 220a l’alterezza argiva,
sdegnosa invano del secondo onore.
Ché tu d’inenarrabile splendore
nobilitasti il musical concento,
gravido anch’esso de l’immenso ardore, 225che t’appressava al tuo Fattore; e, quando
scioglievi agl’inni l’ali
con pregar pace a’ miseri mortali,
da lo stellante trono
scendea grazia e perdono.