E in suon piú languido la cetra tocca:
amor gli piove soave a l’animo
qual placidissima neve che fiocca. 130 — Folle chi compera nome guerriero
di sangue a prezzo: lode e vittoria
è van fantasima e passeggiero,
che solo aggirasi su desolate
piagge, che il viso di morte spirato, 135ferale imagine di crudeltate.
Quanto fia meglio che uccider mille,
che a noi natura nascer fe’ simili,
a la face ardere di due pupille!
Se al tuo grand’animo, di palme oggetto 140degno fu il mondo, nel mondo pascere
dee il tuo grand’animo pace e diletto.
La bella Taide ti posa a lato:
del ben t’allegra che i Dei ti dierono:
ella può renderti sola beato. 145Dal seno candido al vago viso
vanno gli Amori, le Grazie tornano,
e vanno e tornano gli scherzi e ’l riso. —
Di cento l’aere plausi risuona:
volteggia Amore su l’ali, e giubila, 150e ’l destro Musico di fior corona.
E il Re, mal abile a celar sua pena,
furtivamente sogguarda il roseo
fior de la guancia di vezzi piena:
e, in lei specchiandosi, degli occhi suoi 155idol la dice, la dice premio
invidiabile da cento eroi.
La dice, e palpita: faccia con faccia
oppon bramoso pur di ravvolgersi
nel molle avorio de le sue braccia. 160Cosí l’indomito, che l’Indo e il Perso
sommise, in grembo d’imbelle femmina
il destin lascia de l’universo.