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ii - inni e odi 53

primier Timoteo sta. Vibra con l’agili
dita le corde de l’eburnea lira;
e in mille vari errori
l’aere agitato inonda
30soavitá d’armonici tremori,
e ineffabil dolcezza a l’alme inspira.
     Ed egli il canto incominciò dal nume,
che per amor, che a’ dei pur regna in petto,
lascia l’Olimpo, il dio nasconde, e assume
35di simulato drago il vero aspetto.

     — A la terrena Olimpia
estro d’amor lo stimola:
giá le va presso, e al morbido
seno si ruota, e avvolgele,
40col serpeggiar girevole
de le lucenti spoglie,
il molle grembo eburneo,
che, scosso, trema, e conscio
de la divina imagine,
45gioia del suol macedone,
del mondo intier, degli uomini
conquistatore ed arbitro. —

     Dal canto, attonito
pende il monarca;
50arde di giubilo,
il ciglio inarca.
     Giá un Dio s’imagina:,
l’aria ne prende,
e l’ordin medita
55de le vicende.
     Dal sopracciglio
Arduo fa segno,
e pargli scuotere
degli astri il regno.