Genti da prego indomite 65prega gemendo, e impetra
trattar le fila armoniche
de la fidata cetra.
Se a le dolenti note,
avaro cor, sai reggere, 70chi raddolcir ti puote?
Già su le corde gracili
meste le Grazie spirano;
molli le note facili
in flebil tuon sospirano, 75che strada al cor si fa.
Ecco a la cetra querula
soave un canto aggiungere,
che a’ dèi de l’onda cerula
può il freddo cor compungere 80e meritar pietà.
— Figlie di Nereo, che, inghirlandate
di verdi canne, sul flutto argenteo,
i sollazzevoli balli guidate;
voi, che riempiere le torte conche, 85triton’, godete di suon festevole,
cui ripercuotono l’ime spelonche;
biformi vergini, che dolce incanto
de’ passeggeri spirate a l’anima
con l’aura facile del molle canto: 90deh! per le naiadi, che a queste sponde
da l’arenosa urna riversano
tesor volubile di rapid’onde;
deh! per Ippotade, che a le frementi
procelle impera, e lega e scioglie 95le infaticabili penne de’ venti;
pel tridentifero sommovitore
de l’ampia terra ch’ei solo abbraccia,
Nettun, degli umidi regni signore: