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ii - inni e odi 43

     Cosí sublime spazia
pe’ deserti sentier del liquid’etere,
e di valor prolifico
tutte le cose irradia,
30re de le stelle, alma del mondo, il sol.

     A me tesor di carmi
sento in passar, che chieggono
eroi che giá fûr vivi ’n bronzi e ’n marmi:
ma i bronzi e i marmi cessero
35del tempo a l’ira che su lor passò.
     Nomi degni di vivere
giá fûro, e ancor non era Achille e Ettore;
ma gli avvolse ne’ lividi
stagni letèo silenzio,
40da cui salvarli buon cantor sol può.

     Cento superbi imperi,
or nuda voce e polvere,
e cento eroi da’ tremoli cimieri,
giá di battaglia folgori,
45sorgono al fuoco che balena in me.
     Cosí di tutti i secoli
apparver l’ombre a la sicana vergine,
quando la tolse al roseo
sol, per bear suo talamo,
50Pluto, de’ luoghi inferni arbitro e re.

     Dritto di voi governo
faccia, i’ rispondo, o barbari,
prezzo al vostro furor, silenzio eterno,
se a voi dinanzi tacquero
55la terra desolata e ’l vinto mar.
     D’altro che d’arme a’ posteri,
per me, solenne varcherá memoria:
me suo cantor eleggere
volle una dea, che scevera
60può da le stragi alti trionfi oprar.