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36 | angelo mazza |
II
BELLEZZA ARMONICA IDEALE.
Se buon lavor di cetra,
cui tempra il vero, al rigido
veglio sta saldo come al vento pietra,
prendi quest’inno, o musico
5genio, che vola disioso a te.
E giá le revolubili
stagion cinque fiate in sé tornarono,
ch’io ti fo segno a’ delfici
strali che ai saggi suonano,
10onde a me Dirce la faretra empie’.
Pensier di senno armati,
idee che il senso fuggono,
fûr penne che m’alzâro in grembo ai fati.
Io ressi a l’ineffabile
15splendore de l’archetipa beltá.
Io di lucenti imagini
effigiai le infigurate armoniche
forme eterne, che creano
l’ordin concorde e vario,
20in cui natura si governa e sta.
A me, di fele impura,
dar voce osi di biasimo
bocca di volgo, che virtú non cura;
«sogno» pur chiami i mistici
25sensi, che il primo Vero a me spirò.