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32 | angelo mazza |
Ovver tu sei del novero
di quelle, aura giuliva,
che sotto il cocchio ondeggiano
de l’acidalia diva,
25quando le giova scendere
ne’ verdi antri capaci
e col figliuol di Cinira
mescer sospiri e baci?
Quale tu sii, sorridati
30il ciel sempre sereno,
lungi da me, cui premono
gelide cure il seno.
Oblio tenace l’anima
d’ogni letizia bee,
35poi che rapilla il vortice
di perturbate idee.
Torna al bel colle idalio,
torna di Pafo ai liti:
pietosa al canto mormora
40di Filomena e d’Iti.
Ami per te disciogliere,
flebilemente varia,
i moribondi gemiti
colomba solitaria:
45per te l’augel dolcissimo,
che sovra ogni altro albeggia,
l’estremo fiato moduli,
a cui Meandro echeggia.
E, se gioiosa cetera
50pure animar ti piace,
va’ dove solo albergano
amor, letizia e pace.