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Oh, nei bei giorni della eulta Atene pag. 98

Onor di Pisa, Ferenico, e vanto» m

Or che le mura cittadine avvampano» 83

O sonoro ondeggiar d’aere, che vuoi?» 100

Pieno d’attiche idee, d’italo ingegno» 99

Poiché natura di sue tempre impressa» 103

Pria che t’accosti alle romite soglie» 105

Quale a civil concordia» 76

Quale ignoto mi porta impeto e dove?» 99

Quando, giá spenta a me l’aura diurna,» 107

Quando il giovin Pelleo portò su Tebe» iii

Quand’io ricorro col pensier le andate» loi

Quasi limpido umor che si digrada» 108

Quella che in aspro tuon contra il pelleo» 104

Scendete, olimpiche muse, e cantate» 59

Se buon lavor di cetera» 36

Se degli dèi ne l’are» 42

Sei tu, t’appressi, sessagesim’anno» 113

Somiglianza d’affetti e lunga prova» 112

Son io forse poeta? oppur m’inganno» 3

Sorrisi all’altro or è due lustri e fronte» 113

Te colser le infallibili saette» 105

Tempo verrá che ’l gaudio d’oggi e ’l canto» 112

Tu ancor nome non eri, ed ella in giro» 103

Tu che scolori, al tuo apparir, le stelle» 109

Tutto l’orbe è armonia, l’olimpo è cetra» 97

Carlo Castone Rezzonico della Torre.

Ami doman chi libero» 157

Chi è colui che la rugosa fronte» 180

E qual nuovo mi s’apre arduo sentiero» 130

Musa, le spiagge artoe» 169

O candido censor di quante vergo -> 117

O d’animosi numeri» 173

O del massimo Lario antica donna» 144

S’è ver che gli usi e le solerti cure» 161

Sotto la falce caddero» 164