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Fecondo come il suo maestro, scrisse moltissimo; e le opere furoii poi raccolte dal Mochetti in io voli. (Como, Ostinelli, 18151830). G. B. Giovio premise all’ediz. una particolareggiata biografia. Questa ediz. ho avuto sott’occhio, pure attenendomi per le Poesie varie alla scelta parsimoniosa dei Carducci, e limitandomi a dar solo i tre dei Poemetti piú generalmente noti, e considerati dai contemporanei come le sue cose migliori. Per questi mi sono attenuto alla citata ediz. dei Classici, che s’avvantaggiò di correzioni indicate dallo stesso Mochetti, il quale aveva curata l’ediz. di Como.
Dalle note, copiosissime, riferisco qui solo quel tanto che può essere non inutile ai lettori moderni ; i quali, pure gustando assai mediocremente la poesia didascalica, hanno in genere meno bisogno di tutto l’apparato di modesta erudizione di cui quelli della fine del sec. xviii e dei primi del xix si compiacevano.
I. // sistema de’ cieli. — Tamarisco Alagonio è il nome arcadico del marchese Prospero Manara di Borgotaro, [1714-1800], consigliere di Stato e gentiluomo di camera del duca, e traduttore allora celebratissimo delle Bucoliche, e poi delle 6^é’<3rg«r/f<? virgiliane.
V. IDI — Si accennano brevemente le principali cagioni, onde fu mosso Copernico a rigettare l’antico sistema de’ cieli.
V. IJ5 — Ricercando Copernico ne’ libri degli antichi qualche sistema piú corrispondente ai fenomeni celesti, si abbatté nel iii libro di Plutarco: ■rtspL xwv ápsaxóvxwv xol^ cfiXoaocpots, dove leggesi : «Altri pensarono che non si movesse la terra; ma Filolao pitagorico giudicò ch’ella fosse portata in giro intorno al fuoco (cioè al sole), descrivendo un circolo obliquo, appunto come il sole nell’annuo suo corso e la luna ogni mese suol fare. Eraclide Pontico ed Ecfante pitagorico attribuiscono un moto alla terra, per cui non muta il luogo, ma come una ruota sopra il suo asse va rivolgendosi da ponente a levante intorno al proprio centro» .
V. 195 — La prodigiosa distanza di Giove da Marte sembra che domandi o qualche luna intorno a quest’ultimo pianeta, per illuminarne le notti, o qualche altro pianeta, che fra Marte e Giove si rivolga per empiere uno spazio si vasto. [Non era ancora scoperta la zona dei planetoidi].
V. 258 — Abbenchè il sole si ponga nel mezzo al nostro planetario sistema, il centro di gravitá non viene da lui occupato, se parlar si voglia con matematica precisione di termini ; imperocché la reciproca attrazione dei pianeti e del sole fa si ch’egli stesso vien costretto a muoversi, ma con un moto assai piccolo, rispetto a quello degli altri pianeti che lo circondano. Il fuoco adunque delle orbite ellittiche ritrovasi pochissimo