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la ragione alla diapason, l’ira alla diapente e la voluttá alla diatesseron, a ciascuna delle facoltá attribuí tante virtú, quante le specie sono d’ogni consonanza. Imperocché, come le consonanze della diapason, sette pur sono, secondo lui, le virtú della razionalitá: acume, del quale è moversi speditamente; ingegno, che mira ad un fine; perspicacia, che le cose discerne; giudizio, che di esse rettamente delibera; sapienza, che versa nella contemplazione; prudenza, che nell’azione; e perizia, che nell’esercitazione si adopera e si raggira; — quattro della irascibilitá, come le consonanze della diapente: mansuetudine, nel frenar la collera; intrepidezza, nel reprimere i terrori delle soprastanti calamitá; fortezza, nell’affronto de’ pericoli ; e longanimitá, nel portar le fatiche — tre finalmente della concupiscibilitá, come le consonanze della diatesseron: temperanza, nel ricusar i piaceri; continenza, in sopportar la miseria; e verecondia, nello sfuggimento delle turpitudini. E comechè aveva egli diviso i suoni in unisoni, consoni e concinni, chiamando «unisoni» i componenti la diapason, «consoni» quelli che costituiscono la diapente e la diatesseron, «concinni» i tonici qualunque e quanti formano la minima delle consonanze; quelle virtú, dic’egli, che appartengono al retto uso della mente e della ragione, rassomigliano agli unisoni, a’ consoni quelle che risguardano un’ idonea costituzione di sentimejiti e di corpo, alla fortezza e alla temperanza, ed ai concinni le relative a qualsivoglia affezione. Finalmente la universale dottrina del costume concorda coli’ universale armonia del perfetto sistema, cosi che, predicandosi l’una dall’altra, avvegnaché convengono nella stessa idea di ordine, può denominarsi la virtú dell’animo una certa concinnitá, e la concinnitá una certa virtú dei suoni (Plat., De rep.\ Plut., Plolom. harnionic).

X. A Teresa Bandettinl, v. 55 — Diodoro (Delfico): l’ab. Saverio Bettinelli.

V. 61 — Rovildo: il conte Girolamo Murari, autore del poema in decima rima, intitolato La grazia.

XI. L’eguaglianza civile. — Fu composta quest’ode l’anno 1794, per l’ingresso al gonfalonierato in Bologna di S. E. il signor Ferdinando Marescalchi, ora «gran croce» dell’ordine della Corona di ferro, «grand’aquila» della Legion d’onore e commissario plenipotenziario imperiale nei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla.

Ili STANZE A MELCHIORRE CESAROTTI

Nel luglio del 1774, per una costituzione epidemica, morirono in Parma molte persone; e nacque allora questo componimento, che cinque anni dopo fu per la prima volta impresso in Roma nel tomo xiii delle Rime degli arcadi; indi ristampato in Vinegia nel Giornale poetico dello Storti, cui presiedeva il benemerito Andrea Rubbi. Due stanze, che qui

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