Osserva gl’intricati labirinti 460dove nasce il pensier; mira le celle
de’ taciti sospir: nude le fibre
appaion qui del moto, e lá de’ sensi
fide ministre, e in lungo giro erranti
le delicate origin della vita: 465serpeggia nelle vene il falso sangue.
L’arte ammirasti: ora men tristi oggetti,
intento il tuo guardar, l’animo cerca.
Andiamo, Lesbia: pullular vedrai
entro tepide celle erbe salubri, 470dono di navi peregrine; stanno
le prede di piú climi in pochi solchi.
Aspettan te, chiara bellezza, i fiori
dell’Indo; avide al sen tuo voleranno
le morbide fragranze americane, 475argomento di studio e di diletto.
Come verdeggia il zucchero tu vedi
a canna arcade simile: qual pende
il legume d’Aleppo del suo ramo
a coronar le mense util bevanda: 480qual sorga l’ananás, come la palma
incurvi, premio al vincitor, la fronda.
Ah non sia chi la man ponga alla scorza
dell’albero fallace avvelenato,
se non vuol ch’aspre doglie a lui prepari, 485rossa di larghi margini, la pelle.
Questa pudica dalle dita fugge;
la solcata mammella arma di spine
il barbarico cacto; al sol si gira
Clizia amorosa: sopra lor trasvola 490l’ape ministra dell’aereo mèle.
Dal calice succhiato in ceppi stretta,
la mosca in seno al fior trova la tomba.
Qui pure il sonno con pigre ali, molle
dall’erbe lasse conosciuto dio,