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i - invito a lesbia cidonia 319

stringesi, ed arma innumerabil punte
280a vincer la durezza adamantina.
Qui il simulato del sue rote inarca;
l’anno divide; l’incostante luna
in giro mena, e seco lei la terra.
Suo circolante anello or mostra or cela
285il non piú lontanissimo Saturno.
Adombra Giove i suoi seguaci, e segna
oltre Pirene e Calpe al vigil sguardo
il confin d’oriente: in altra parte,
virtú bevendo di scoprir nel buio
290flutto all’errante marinar la stella,
dall’amato macigno il ferro pende.
Qui declinando per accesa canna,
o tócca dall’elettrica favilla
vedrai l’acqua sparir, nascer da quella
295gemina prole di mirabil aure;
Tonda dar fiamma e la fiamma dar onda.
     Benché, qualor ti piaccia in novi aspetti
veder per arte trasformarsi i corpi,
o sia che in essi ripercosso e spinto
300per calli angusti, o dall’accesa chioma
tratto del sol per lucido cristallo
gli elementi distempri ardor di fiamma,
o sia ch’umide vie tenti, e mordendo
con salino licor masse petrose
305squagli, e divelte le nascoste terre
d’avidi umori vicendevol preda
le doni, e quanto in sen la terra chiude
a suo piacer rigeneri e distrugga
chimica forza: alle tue dotte brame
310affrettan giá piú man le belle prove.
Tu verserai liquida vena in pura
liquida vena, e del confuso umore
ti resterá tra man massa concreta,
qual zolla donde il sole il vapor bebbe.