Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
25Questo mi duol, che fede
a ciò che appar si dia,
mentre altro mostra tua costanza invan;
e che, quel ch ’ognun vede
te non vedendo, sia 30tuo ingenuo ardor favola al volgo insan.
Giá oblio tuoi prischi vanti copre e la bella aurora, per cui tanto la patria osò sperar: sebben sue braccia amanti 35ella ti stende ancora,
e lauri ha intorno onde il tuo crin fregiar.
Al fuso e a le pupille tolto d’inutil donna, Ercole i mostri a soggiogar tornò; 40né, fin che giacque Achille
carco di sciria gonna, le torri d’Ihòn coll’asta urtò. </poem>