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V
AL LETTO.
O letticciuol, ristoro
del tuo signore al fianco,
s’ei da febeo lavoro
o da cammino è stanco,
5o dalle cure spesse
che *1 di operoso intesse;
su te le membra steso
in placido abbandono,
i’ non invidio a Creso10 l’arche e il gemmato trono
né ad Alessandro il loco,
restando a me si poco.
Non invocato, o a pena,
lieve s’avanza il sonno,
15e, con gentil catena
in farsi di me donno,
par che la grave spoglia
soavemente scioglia.
Delle sue idee frattanto
20su questa o su quell’orma
vaga lo spirto, e incanto
di liete cose forma,
ove abbondanza e pace
vede a virtú seguace: