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III ALLA LUCERNA.


Non l’aureo sol, che altero
il di portando in fronte
s’alza su l’emisfero,
e in piano immenso e in monte
5imperioso appare

e si fa specchio il mare;

non ei, benché tesori
sparga di luce, e mille
oggetti a me colori,10 non s’offre a mie pupille

si lieto e si giocondo
l’allegrator del mondo;

come l’esil fiammella,
che lingueggiando move
15da te, mia fida ancella,

lucerna, e dolce piove
del cor nel piú secreto
il suo chiaror quieto.

L’anima, al turbin tolta
20dell’opere diurne,

respira qui raccolta
fra mura taciturne,
ove del ver le idee
tranquillamente bee;