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NELL’ABOLIZIONE DEI GESUITI.

AL CONTE GOZZL

Gozzi, mi sproni invano

a ricercar sul delfico stromento

dolce aonio concento:

della cetra discorde
5sotto l’inerte mano

strídon restie le disusate corde;

colpa di reo destino, a volo ardito

langue l’estro sopito.

Ah ! che tranquilli e lieti10 ama Febo i poeti;

né sull’ascrea pendice

non ardisce poggiar cura infelice.

Freme l’aspro e crudQle

nembo, che sotto l’implacabil onda
15il vinto legno affonda,

su cui pien di coraggio

fidai con dubbie vele

nel mar di questa vita il mio viaggio.

Era l’onda tranquilla, e senza velo
20ridea sereno il cielo;

sol da lungi negletta

piccola nuvoletta

sorgea, nunzia funesta,

ahi! non temuta, di maggior tempesta.