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212 clemente bondi


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non altramente tripudiare udreste
dovunque passa il giovinetto coro.
Su la porta a veder corrono preste
le villanelle, e lasciano il lavoro;
e dei garzoni la dorata veste
mostran col dito ai figlioletti loro,
che il rozzo feltro rispettosi e chini
traggon dagl’irti, polverosi crini.
17
Passa la turba, e dietro lei su l’orme
passa seguace l’allegrezza e il gioco.
Varie nascon vicende, e multiforme
serie di strani casi in ogni loco.
Il sempre ameno Titiro non dorme,
che nelle vene giovanili ha il foco;
astuto insidia, ed il sentiero impaccia,
e tra questo e tra quel l’asino caccia.
18
Caccia l’asino in mezzo, ed uno afferra
pel braccio si, che su l’arcion traballa:
un altro quasi fa cader per terra,
urtandolo al passar con una spalla;
poi torna indietro, e a rinnovar la guerra
tenta nuovo disegno, e non gli falla;
poiché ogni volta che un somaro giunge,
con verga il batte, o di soppiatto il punge.
19
S’adombrano le bestie, e tutte in frotta
corrono a salti ove il timor le porta.
Questo perde una staffa, e quello ha rotta
la briglia, e grida con la faccia smorta.
Tutti qua e lá su l’asino che trotta,
con la persona vacillante e storta
ora da questa parte ora da quella,
piegano alterni e mal sicuri in sella.