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i - giornata villereccia 205


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Ma Silvio e Tirsi a piú gentil battaglia
arman la destra d’inarcato arnese:
«racchetta» è detto, e d’intrecciate a maglia
corde è tessuto elastiche e ben tese;
con quello un lieve severo qual paglia
van percotendo con alterne offese:
pennuto è il legno, e con sicuro volo
s’aggira in aria, e mai non tocca il suolo.
37
Essi fermi col piè, coll’occhio intenti,
movonsi ad arte insidiosi assalti;
e avvicendano i colpi or presti or lenti,
or a destra or a manca, or bassi or alti.
Bacco e Pan, tra gli dèi che son presenti,
van matti dal piacere e spiccan salti:
gli altri stan cheti; e il lor favor, diviso
tra la coppia gentile, han pinto in viso.
38
Par l’inquieto severo egli stesso
volar tra i due garzon con proprio moto;
e or a questo or a quel non per impressa
colpo piegar, ma per istinto ignoto.
Da ognun di lor parte e ritorna; e spesso,
per incanto, cred’io, stupido e immoto
in aria il volo tremolo sospende,
e a qual dei due si volga incerto pende.
39
Tal cagnolin vid’io la nota voce
dubbio seguir di due padron ch’egli ama;
che mentre all’un di lor corre veloce,
ode il fischio dell’altro che lo chiama.
Fermasi allor; ambo rimira, e il cuoce
di dividersi a ognun contraria brama:
latra pietoso a quella parte e a questa;
corre ad entrambi, e presso alcun non resta.