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i - giornata villereccia | 195 |
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Per la porta maggior di quel castello
entrano al suon del romoroso corno,
e vanno dritto al preparato ostello
tra il popol che a veder si affolla intorno,
entro gli accoglie non adorno o bello,
ma pur gradito l’umile soggiorno:
smontan d’un salto, e chi le vesti solve,
chi si pulisce e scuotesi la polve.
33
Gli asini, anch’essi sotto al basto tolti,
dal cammin stanchi e dal sofferto affanno,
parte alla stalla liberi e disciolti
a mangiar biada e a dissetarsi vanno,
parte in mezzo alla strada insiem raccolti
sdraiati al sol senza creanza stanno,
e con le gambe in su, le acute schiene
van voltolando per le secche arene.
34
Al pranzo intanto da ciascun si pensa,
e acceso è giá nella cucina il fuoco;
nettansi i piatti e s’apre la dispensa:
tutto in faccende è con la serva il cuoco.
Orsú, sediam noi pur con gli altri a mensa,
ch’egli è ben tempo, e riposiamo un poco;
e quando avremo poi la pancia piena,
al fin v’aspetto della storia amena.