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194 | clemente bondi |
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Al lor passaggio escono fuor dell’onde
sciolte le ninfe gli umidi capelli,
e seguendo i garzon lungo le sponde,
versi alternando van leggiadri e belli;
col canto anch’essi dalle verdi fronde
l’eletto stuol salutano gli augelli;
e d’ogni villa e d’ogni casolaro
escon latrando i cani da pagliaro.
29
Ma giá i cavalli del solar pianeta
giano affrettando il luminoso piede;
ed ecco omai la desiata mèta
infra il confuso torreggiar si vede.
Volgesi indietro con sembianza lieta
quel che il seguace amico stuol precede,
e prestamente con allegro viso
dá del felice arrivo agli altri avviso.
30
Con alto grido il termine saluta
lo stuol per dolce di piacer prurito,
e ognun, con voce grave o con acuta
«Budrio» esclamando, lo dimostra a dito;
«Budrio» ripete non confusa o muta
l’eco dal colle e dal riposto lito;
e in chiare d’alto stil voci rotonde
«o Budrio, o Budrio», ogni asino risponde.
31
È Budrio un buon castel del Bolognese,
distante al nord quarantacinque gradi:
ben fabbricato è il picciolo paese,
ma pur vi sono gli abitanti radi.
Mostra un bel campanile e quattro chiese,
e il suo caffé, dove si gioca ai dadi;
ha la piazza, il mercato e lo spedale,
un mercante di panni e uno speziale.