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192 | clemente bondi |
20
Tal l’aureo ramo, che in gran selva ascoso
sacro dono a Proserpina crescea,
a ogni altra forza, a ogni altra man ritroso,
facile secondò la man d’Enea;
e tal del mago Atlante il sí famoso
Ippogrifo, che a volo il ciel scorrea,
sdegnando il fren d’ogni altro cavaliere,
spontaneo scese all’inclito Ruggiero.
21
Asino avventuroso! a cui tra tanti
concesse il tuo destin si raro onore,
a te per l’avvenir cedano quanti
crebbero in fama d’immortal valore;
tu ogni altro oscuri; e si gran pregio vanti,
che d’Achille il destrier sará minore,
e invidieranno a te la tua fortuna
fino i cavai del sole e della luna!
22
Vanne pur lieto, e di si nobil uso,
a cui ti scelse il ciel, contento appieno:
non avvilirti con profano abuso
a portar soma che sia nobil meno;
ma in un ozio onorato e in stalla chiuso
ti pasca il tuo padron di biada e fieno,
finché, disciolto dal corporeo velo,
nuova costellazion tu cresca al cielo.
23
Ma giá pronto è ciascuno, e su l’arcione
co’ piedi in staffa ben composto siede.
Par che ogni somarel senta lo sprone:
non può star fermo, e balte il suol col piede.
Ecco giá s’apre il rustico portone;
giá in ordine disposto ognun si vede;
giá con trombetta piccola di legno,
quel che precede, di partir dá segno.