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i - giornata villereccia 189


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Ed ecco al primo entrar dentro il cortile,
che d’alte mura d’ogni intorno è chiuso,
seguendo ognun di lor l’usato stile,
si odoraron l’un l’altro alzando il muso.
Tacquer quel giorno i bronzi in campanile,
ché stranamente e fuor del solit’uso
con una solennissima ragliata
suonarono i somari la svegliata.
9
Non cosi grato a un’indole guerriera
è il suon di tromba che a pugnare appella;
né dolce lira, o cetra lusinghiera
che al ballo inviti, a tenera donzella;
come alla calda, impaziente schiera
de’ giovanetti cavalier fu quella
d’almi cigni cantor voce diletta,
al cui rimbombo si svegliâro in fretta.
10
Immantinente ognun dal letto balza
pronto, e gli arnesi a viaggiar provvede;
quel cerca i sproni, e gli stivali calza;
questi la sferza e il pungolo richiede;
chi corre giú con una gamba scalza,
chi per piú presto far si torce un piede;
chi falla strada, e chi cade allo scuro
dalla scala, o col capo urta nel muro.
11
Cosí affollati al suon dei campanelli
corrono i gatti alle scodelle piene;
al casotto cosi de’ pulcinelli
al primo udir la piva il popol viene;
cosi dal chiuso e pecore ed agnelli
saltano al suon di pastorali avene;
e al gracidar cosí della gallina,
con presto piede ogni pulcin cammina.