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I

GIORNATA VILLERECCIA

canto primo

1
Non io del vago Ulisse il corso ondoso,
cui per sí lunghi error trasse il destino;
non io de’ greci eroi lo stuol famoso
che in Colco al vello d’òr volse il cammino;
non io per l’aria di seguir son oso
il cocchio di Triptolemo divino;
ma cantar voglio di gentil brigata
il breve corso e l’umile asinata.
2
Silvio gentil, questi del plettro mio
versi di rozzo stil sacri a te sono:
tu li chiedesti, e tu cortese e pio,
l’umile accogli ancor povero dono.
Non io mi volgo all’apollineo dio,
perché oggi tempri di mia cetra il suono:
tu di buon occhio il tuo poeta mira,
e miglior Febo il facil estro ispira.
3
Non lungi alla cittá che il picciol Reno
tacito lambe con pieghevol onda,
appiè del colle che decresce, e in seno
manca di valle florida e feconda,
sorge albergo gentil cui cerchio ameno
di frondifere piante orna e circonda,
secreta stanza ad autunnal dimora
d’illustre gioventú che Italia onora.