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ii - poesie varie 177


     Quelle che il ver giá furono
a scorGer atte in parte,
sofi del bello cupidi
o della music’arte,
140o sacri amanti godono informar.

     L’altre che men ne videro
nel violento corso
e che piÙ lunga bebbero
per vizio o caso occorso
145delle celesti cose oblivion,
     o giusti regi, o impavidi
condottier d’armi, o gravi
moderator di libere
genti o di merci e navi,
150o saggi padri di famiglia son;

     or nelle membra sudano
di muscoloso atleta,
o, d’erbe e fonti mediche
ministre, aman la cheta
155della placida laso arte seguir;
     or l’indovino inspirano
e il geronfanta oscuro
or buon testor di carmini,
o in legno, in pietra, in muro
160fan col l’opre natura anco arrossir.

     Animan altre un rustico
cultor di pingui glebe,
or un sofista garrulo
o un uom della viiL plebe,
165or tiranno da sezzo aspro e crudel.
     Cosí, divise in triplice
ordii!, tre volte l’alme,
in laccio aspro sospirano
sotto corporee salme,
170finché le sciolga della morte il gel.